Continua anche per l'anno 2023 il Progetto Rugiada a sostegno dei bambini di Chernobyl
La situazione internazionale venutasi a creare a seguito del conflitto in atto, provocato dall’invasione russa in Ucraina, ha ulteriormente isolato la Bielorussia dal contesto internazionale a causa della sua alleanza con la Russia, che permette all’esercito di Mosca di utilizzare il territorio bielorusso come base e ponte per colpire l’Ucraina.
A questa drammatica situazione si aggiunge il pesante clima di repressione messo in atto dal regime di Lukashenko, mai cessato dopo le elezioni presidenziali dell’agosto 2020, che ha portato alla reclusione di centinaia di oppositori e manifestanti pacifici, oltre alla fuga all’estero di altre migliaia di cittadini bielorussi.
A tutto questo hanno fatto seguito nuove e pesanti sanzioni internazionali e il blocco dei voli dai Paesi occidentali da e per la Bielorussia.
Attualmente la popolazione bielorussa è costretta a vivere in una situazione di pressoché totale isolamento ed è vittima, oltre che del clima repressivo, di una propaganda altrettanto pesante.
In questa situazione il nostro pensiero e solidarietà non può che andare alla popolazione bielorussa e a chi è più colpito dalle scelte del governo e dal susseguirsi di tragici eventi, tra i quali non possiamo dimenticare la pandemia da Covid19, come coloro che ancora oggi vivono nelle aree contaminate e nelle zone rurali del paese.
Tutto ciò ha inciso ancora di più sulla possibilità di garantire i soggiorni all’estero dei bambini e ragazzi residenti nelle zone contaminate a seguito della tragedia di Chernobyl: la nostra posizione, che ci ha portato in passato a rivedere questa modalità di supporto a fronte di un intervento in loco, ha manifestato anche in questa deprecabile situazione la sua valenza e solidità, fermo restando il rispetto delle tante altre associazioni che operano attraverso soggiorni in Italia e che tutt’ora vorrebbero continuarlo a farlo.
In questo peculiare momento è indubbio che la modalità di accoglienza in loco vuole incoraggiare un percorso di vicinanza con la popolazione bielorussa, essa stessa vittima di questa drammatica situazione, oltre che aiutare i bambini e ragazzi a vivere un periodo, seppur breve, in un contesto sereno, rompendo quella sensazione di abbandono.
Nonostante la drammatica situazione e le mille difficoltà, Legambiente ha continuato nel suo impegno costante e mai interrotto nell’accoglienza in loco, presso il Centro Nadjiesda, con il quale è attiva una collaborazione ultra decennale, ospitando 48 bambini e ragazzi provenienti dai villaggi della provincia di Braghin, una delle zone più colpite dal fallout radioattivo del 1986, e che si trova a una manciata di chilometri dal confine ucraino e dalla Centrale nucleare di Chernobyl.
Siamo consapevoli di quanto sia parziale e insufficiente il nostro intervento in questa situazione peculiare, ma come tante altre associazioni impegnate in questo campo, vogliamo agire e continuare ad essere vicini concretamente ai bambini e alle bambine di Chernobyl, affinché possano uscire da questa situazione di indifferenza e abbandono.
E’ dal 1994 che Legambiente interviene in Bielorussia con progetti di accoglienza in Italia e in loco, con aiuti umanitari e importanti progetti cooperazione: non saranno di certo queste difficoltà a fermare la nostra azione di solidarietà.
Legambiente continuarà ad agire e a manifestare affinché si arrivi alla Pace e al superamento dell’utilizzo delle fonti fossili, causa di conflitti e dei cambiamenti climatici